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Trait d’Union

a cura di Marco Trulli
La Serpara
Civitella d’Agliano (Italy)

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L’impressione di bellezza che ricaviamo da un’opera architettonica è in relazione diretta con l’intensità delle forze alle quali si contrappone
Alain De Botton

Basta osservare un collezionista che maneggia gli oggetti nella sua vetrina: a stento li trattiene nella mano, e già sembra esserne ispirato, e il suo sguardo,
come quello di un mago, sembra attraversarli per perdersi lontano.
Walter Benjamin

Altieri ricuce il filo rosso che lo lega al Giardino La Serpara con un nuovo progetto che indugia sulla relazione tra architettura e paesaggio, come già aveva fatto con Ex tempore, il portale in peperino che disegna un accesso monumentale al giardino.
Trait d’union deriva dalla propensione dell’artista ad accumulare in maniera incessante immagini, o brandelli di esse, che rimangono in attesa di essere ricombinati dall’artista all’interno di nuovi inneschi di significato e rebus visivi. Questi incontri casuali con le immagini sono alla radice della concezione di molte opere di Altieri, sono inciampi del quotidiano che fanno sedimentare nel lavoro dell’artista ipotesi di nuove ricerche e associazioni spontanee.
Il lavoro nasce dal reperimento casuale di un libro che Altieri custodisce da anni nel suo archivio. Robert Maillart’s Bridges: The Art of Engineering documenta, attraverso la fotografia, le opere dell’ingegnere strutturista Robert Maillart, innovatore nella costruzione di grandi strutture in cemento armato nella prima metà del Novecento. I ponti di Maillart si librano leggeri in mezzo a precipizi impressionanti, si inseriscono in maniera sorprendente nel paesaggio, disegnando traiettorie agili ed eleganti.
Altieri si concentra sull’uso evocativo dell’immagine del ponte e, ricorrendo ad una tecnica già adoperata in altri lavori (Varsavia blues), la ingrandisce e ne vira la cromia attivando nuovi livelli di senso. L’intervento minimale realizzato da Altieri si concentra sull’architettura ricostruendone il volume attraverso una stratificazione di striature dorate che esaltano l’arcata disegnata nel vuoto, il balzo inatteso del cemento armato che si verifica in maniera imprevista all’interno del panorama.
Allo stesso tempo, l’intervento di Altieri celebra il ponte come oggetto nella sua eleganza e leggerezza. Le architetture di Maillart, dunque, vengono ridefinite dall’artista in quanto oggetti d’affezione, cioè elementi ai quali Altieri attribuisce un preciso valore nel suo archivio di suggestioni. Il ponte diventa un attraversamento che supera un vuoto dello spazio e delle intenzioni, è uno sforzo di connessione che, nella volontà dell’artista, assume una dimensione iconica e simbolica per la realtà che viviamo. Trait d’union celebra questa ingegneria del dialogo ancora possibile tra contesti diversi, lingue e paesaggi lontani.

Marco Trulli

  2016