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POEMA (un gioco di parole)

performance

FACE TO FACE – ARTE LIBERA TUTTI – VII EDIZIONE
a cura di Giorgio de Finis
ex-Carceri, Montefiascone

Foto di Riccardo Muzzi

Opera pubblicata in “FACE to FACE – the maieutic machine” – a cura di Giorgio de Finis – Bordeaux Edizioni (Roma, Italia)

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POEMA (un gioco di parole)

Ho scritto 366 singole parole, con inchiostro blu e pennino di bambù su cartoncini bianchi più o meno della misura di una carta da gioco.
Ad ogni visitatore chiederò di sciegliere tre “carte” coperte, le parole saranno poi trascritte su un cartoncino grande in ordine di apparizione e delle carte estratte ne farò dono a chi le estrae.
Alla fine degli incontri avremo un testo composto da un certo numero di parrole da leggere o semplicemente da guardare e un’altra serie di parole, quelle non estratte, che sono il resto del poema primo, compostamente custodito in un mazzetto.
Ovviamente negli incontri si è parlato delle parole estratte ma anche di qualcos’altro.

Poema primo.

Malessere benessere tramonto eclissi persuasione collina rupe rupestre morbido muschio verde bruno umido fresco divulgativo carezza ombra moltitudine carestia sentimenti bugia somministrazione organizzazione paura furore folla come impazzire miseria spirito resistenza forza ambigua speranza desiderio libertà pace uguaglianza reciprocità innocenza calma dolcezza responsabilità illusione umiltà rispetto variopinto orizzonte possibilità soluzione amore forma solitudine fuoco rituale cosmico astrale ultraterreno colore luce proiezione caverna teatro livido ovunque sempre seduzione passione calore primigenio costante curva sottile paradigma briciola significato ribaltato osservato osservatore visto quando qualcuno esercizio aspettare fede promiscuo momento consapevolezza angoscia mistero lucido atmosfera sole luna venere giove plutone cosmo lontananza dentro fuori musica fiori profumo notturno serale domestico dimenticare memoria romantico plurimo vertebrato spericolato pericoloso burattinaio mimo genio superfluo superiore organico stellare fisico plurale monocromo stanco stitico stoico umbratile filosofico perduto infante schiena tempo ordine voracità esistenziale prossimità fine diabolica “di tutte le cose” “per sempre” voragine infinito rinascita perpetua perpetuo moto verso ignoto futuro nostalgia rimorso negazione coriandolo spirituale vulnerabile invulnerabile delirio polarità differenza diffidenza fratellanza vaggito gemito sangue arena sacrificio decapitazione padre madre regnanti blasfemi oriundi malinconici momenti percependo mondo tutto compreso laterale diagonale distante distorto storta storto muro dissesto muso sbattuto ferito sanguinante perduto trovato ritrovato sollievo durevole dubbio perché sillabare vuoto cordialmente riempendo scoprendo consumando divorare insostenibile crisi cataclisma tragedia orgia nefasta apocalisse gloriosa psichedelica psichica terapia associazione idee idea mutazione sobrietà longitudine latitudine estremo estremi fatti misfatti parole parola parodia realtà sottratta somma disobbedienza spergiuro estremista complice malinconico necessario spleen blues sentire dolore sentire pensieri pensiero metafora sublimazione essere assenza liquefatti liquefatto liquido universo espanso vertiginoso meraviglioso luminoso oscuro spettrale misterioso esplosivo figlio organico fertilità seme rigenerazione festante positiva articolazione movimento andare incontro storia scrivere scrittura meditazione attraverso lettera alfabeto incastro segni segno adagio contorto criptico decrittabile sequenza codice simultaneità verginità purezza perdita volontaria sensuale consapevole perdendo nulla trovando sentiero passaggio altrove peripezie percorso visionario mezzo rischio sostenibile andare guardare indietro mai ricordare bellezza bruttezza onirico sistema variazione tema inquietudine gioia vulnerabilità morale corporeo psichico fenomeno vicissitudine ambizione ambizioso progetto culto stratificato stratificante sedimenti resti segmenti sementi fossilizzazioni paramenti paraventi poetici enigmatici superflui indispensabili impossibili desideri espressi forma rosa profumata generosa sposa fedeltà protezione complicità nido cuccia dolcezza tenerezza cuccioli giocare.

Tra il 9 e il 10 agosto ho avuto 57 incontri oracolari per un totale di 171 parole estratte che sono andate a comporre un nuovo poema, questa volta collettivo, se l’artefice dell’estrazione si può considerare autore. Direi di si.

Le tre parole tra parentesi le ha scelte Giorgio de Finis ma a carte scoperte e quindi le useremo come sottotitolo.

Poema
(altrove possibilità luna)

incastro dubbio durevole mai fine disobbedienza madre ricordare reciprocità resistenza sequenza mimo genio rispetto umiltà poetici stoico variopinto codice sbattuto superfluo superiore promiscuo illusione romantico dissesto uguaglianza malessere perdita tragedia volontaria essere regnanti momento muso cosmico segni sublimazione colore astrale visto sanguinante orgia musica fresco blasfemia fertilità benessere serale oriundi alfabeto differenza tramonto carezza nefasta apocalisse impossibili rimorso meditazione invulnerabile somma umido perduto spirituale proiezione persuasione spergiuro eclissi rosa collina fiori caverna “per sempre” sedimenti responsabilità fenomeno arena sangue ferito passaggio organico verso scrittura segno andare tempo dolcezza gemito seme orizzonte laterale fisico solitudine morbido adagio stellare perdendo contorto latitudine criptico misogino ordine soluzione misterioso bruno divorare bruttezza spirito profumata malinconici universo momenti sistema impazzire qualcuno esercizio ritrovato psichica generosa calma indietro estremista purezza “di tutte le cose” aspettare fede stratificante burattinaio cordialmente nulla riempendo espressi perpetuo sementi segmenti diagonale plutone paura distante memoria rigenerazione possibilità meraviglioso sobrietà longitudine sensuale pericoloso delirio esplosivo sostenibile visionario innocenza essenza notturno decrittabile polarità mezzo festante rischio mutazione domestico infinito positiva espanso fossilizzazioni plurale libertà andare vuoto ombra guardare.

Per sottrazione rimane un mazzo di 195 “parole scartate dal fato”, come graziosamente suggeriva l’amico artista musicospaziale, il resto del poema primo o un ulteriore poema in nuce.
Sillabando abbiamo nominato il mondo, creato nomi e parole che come sogni lo raccontano.
Essere qui insieme in questo momento, essere nel poema che è essere qui in questo momento e disperdersi come il suono delle nostre parole, le nostre voci in dissolvenza. Ma la poesia, scripta manent, rimane. Scrivere è un pretesto bizzarro, scrivere per regalare parole è la strategia comunicativa di un amanuense. La mia per l’occasione. Dieci minuti da attraversare dolcemente dedicati alla possibilità di un in-determinato testo di emergere come la sequenza di un dna. Questa è stata in fondo l’esperienza dei colloqui.

  2017